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Siamo ancora qui a parlare di bambini e ristorante, sto diventando noiosa lo capisco, ma sono ancora piuttosto indispettita su questo fronte, quindi sopportatemi! :-)
Andiamo in pizzeria tutti insieme, ok, ma qui non siamo la famiglia del Mulino Bianco, le regole sono regole e vanno rispettate, a casa e al ristorante. Magari partiamo proprio dalla cucina di da casa, abbiamo delle regole per stare a tavola? Se ci sono delle regole che valgono a casa, la formula si ripete anche in pizzeria, quindi scriviamole tutte, o almeno quelle che mi vengono in mente.
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Le 7 regole (che mi sono venute i mente) per bambini e adulti, da rispettare al ristorante.
- Non si grida. Se vuoi dirmi qualcosa mi chiami, magari anche insistendo visto che sto in pizzeria e magari sto parlando con un altro essere umano adulto e ti ascolto. Doppia regola quindi, la prima per il bambino di non gridare, la seconda per il genitore di ascoltare; prima si mangia, poi ci si alza. La mia guerra personale, che combatto ogni sera a cena con mio figlio.
- Quando si mangia a tavola si sta seduti, sempre, a casa e al ristorante. Giustamente al ristorante i bambini si annoiano, perchè a casa si mangia in massimo 30 minuti, al ristorante in media un’ora e mezza se non due. Qui intervengono i nostri giochi, ne abbiamo parlano nel post dedicato alle 5 idee per intrattenere i bambini al ristorante.
- Non si gioca tra i tavoli. Facile per me che ho un figlio di tre anni, vero? (ironia seguita da risata isterica) Quanti di voi con figli dai 5 ai 10 anni hanno alzato gli occhi al cielo in questo momento? tutti, probabilmente. Ebbene, se tu ti alzi per andarti a fumare la sigaretta, perchè tuo figlio non si può alzare? Lecito sgranchirsi, ma con metodo (perchè la parola educazione è un tantino abusata e piuttosto soggettiva. Tutti a riempirsi la bocca con questa parola ma poi... qualcuno me la spiega?). Educazione dal mio punto di vista significa che ti puoi alzare ma devi stare nel raggio di azione del tuo tavolo, possibilmente in uno spazio in cui i camerieri non passano. Se il tavolo è vicino alla porta del ristorante non puoi giocare al portinaio, puoi contare quante persone entrano e quante escono, quante volte cigola la porta o quanti riquadri ha la finestra. Per farla breve, trova un gioco da fare seduto e se vuoi muoverti, ti fai una passeggiata magari con uno dei genitori o nel raggio di visione di tua mamma e tuo papà, rapida e attenta.
- Non si corre. Se non si corre in casa, figuriamoci al ristorante. Se il bambino ha bisogno di muoversi il genitore lo deve capire e deve fare in modo di risolvere la sua insofferenza, lecita, facendo una passeggiata, un giretto fuori o in giardino se c’è, oppure il caro vecchio forno a legna della pizzeria che piace tanto.
- Giochi con il tablet o con un videogames? Togli il volume. Se proprio non si può fare a meno di portarli e farli usare ai bambini (diciamocelo, un momento per dirsi due cose tra adulti ce lo possiamo meritare anche noi genitori?!), almeno facciamo in modo che la suoneria sia al minimo per non disturbare gli altri.
- Non si va a sbirciare al tavolo del vicino. Il tavolo di fianco, si sa, è sempre più bello. Quei due che mangiano chissà cosa, che chiacchierano chissà di che, che hanno la pizza prima di me. Io stessa vorrei andare lì a dare un’occhiata (e ammetto di tendere quanto più possibile l'orecchio per impicciarmi dei dettagli scabrosi delle confessioni di coppia), perché un bambino, tipicamente scimmietta, non dovrebbe essere interessato? Ecco, tocca a noi genitori impedire che la cena romantica dei pensionati poco più avanti si trasformi in un incidente diplomatico. Se vuoi curiosare nel tavolo vicino, fai silenzio, fingi di essere interessato a qualcosa e origlia… così si fa! :-D
- il cameriere non è un babysitter. Se il bambino sfugge al controllo dei genitori i camerieri non possono prendersi la responsabilità di prendere i bambini e riportarli al loro tavolo. I bambini devo stare nel raggio visuale dei genitori, possibilmente al tavolo, idealmente seduti. Quando si vorranno alzare da tavola, devono muoversi con i genitori se piccoli (sotto i 6 anni) e con cognizione se sono grandi. Vale a dire, che devono sapere dove stanno andando, dove si trovano e cosa possono e non possono fare.
Bella la teoria vero? Ma sapete che c'è?! Noi combattiamo ogni giorno, ogni cena infrasettimanale e ogni pranzo e cena del weekend è un braccio di ferro, una contrattazione continua per far passare al Bastardello un concetto semplice "quando è il momento di mangiare si sta seduti, si parla con mamma e papà, si cerca il piacere nella noia del pranzo e della cena". Lui tenta con grande creatività, c'è da ammetterlo, di trovare scappatoie, le più creative sono:
- devo fare la cacca...
- vorrei farmi una passeggiata
- prendo una cosa di là
- questo pranzo fa schifo (lì rischia grosso)
Alla fine, sta seduto, un giorno di più uno di meno, ma ci sta. Noi abbiamo il fegato di un elefante, ma quando andiamo a cena fuori o a casa di nonni, amici e parenti, lui sa cosa deve fare... almeno per una ventina di minuti! :-)
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